Architettura della rete di default umana

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 08 febbraio 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Gli studi mediante neuroimaging sul cervello umano in vivo hanno progressivamente sviluppato un nuovo sapere morfo-funzionale sul cervello, culminato non molti anni fa nella teoria delle tre grandi reti, che spiegava in base alla rete di default (DMN, da default mode network), alla rete della salienza (SN, da salience network) e alla rete esecutiva centrale (CEN, da central executive network), tutte le componenti principali dell’attività psichica. A lungo questo sapere morfo-funzionale è stato collocato accanto a quello della neuroanatomia e della neurofisiologia classiche, ma sempre più spesso negli ultimi anni ci si è interrogati sulle corrispondenze ed equivalenze tra queste immagini e la neurobiologia cerebrale. Ora i tempi sono maturi perché non si rimandi ulteriormente un lavoro di assoluto interesse per tutto il campo delle neuroscienze: la definizione della struttura neuronica delle reti visualizzate mediante la risonanza magnetica funzionale (RMF o fMRI, da functional magnetic resonance imaging).

Casey Paquola e colleghi, basandosi su studi istologici post-mortem e neuroimaging in vivo per caratterizzare la struttura della DMN, hanno cercato di analizzare e comprendere meglio il ruolo di questa rete nell’elaborazione dell’informazione. I risultati sono degni di nota.

(Paquola. C. et al., The architecture of the human default mode network explored through cytoarchitecture, wiring and signal flow. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-024-01868-0, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: McConnel Brain Imaging Centre, Montreal Neurological Institute, McGill University, Montréal, Quebec (Canada); Institute for Neuroscience and Medicine (INM-7), Forschungszentrum Jülich, Jülich (Germania); TNU, University of Zurich and ETH Zurich, Zurich (Svizzera); Max Plank Institute for Systems Neuroscience, Heinrich Heine University Dusseldorf, Dusseldorf (Germania); Integrative Neuroscience & Cognition Center (INCC – UMR 8002), University of Paris (Francia); Department of Psychology, University of York, York (Regno Unito); Department of Psychology, Queen’s University, Kingston, Ontario (Canada).

Le immagini ottenute con la metodica della risonanza magnetica funzionale (fMRI, functional magnetic resonance imaging), integrate dallo studio delle vie di connessione cerebrale mediante la tecnica della trattografia (DTI, diffusion tensor imaging) e dai dati provenienti da analisi e osservazioni con altri metodi di indagine della neurofisiologia cerebrale, hanno consentito di identificare, accanto a reti locali e di minore evidenza, 3 reti principali. La prima, che è attiva anche a riposo ed entra in funzione automaticamente (default) in assenza di un compito specifico o di una reazione a stimoli è detta per questo “rete di default” o (default mode network, DMN); la seconda che si attiva quando si percepisce qualcosa di saliente, rilevante, significativo in rapporto allo stato fisiologico e alla circostanza, è chiamata “rete della salienza” (salience network, SN); infine, la terza, che include la via che porta dall’intenzione all’azione e costituisce la rete che esegue gli atti mentali e materiali intenzionali, denominata “rete esecutiva centrale” (central executive network, CEN).

L’interesse per l’analisi delle reti nel cervello di volontari in attività mentale è massimo per la comprensione delle basi neurofunzionali dell’attività mentale di base attuale: la visione diretta delle reti in funzione consente di capire i ruoli di ciascuna, l’entità dell’impegno della singola rete, la configurazione funzionale derivante dalla combinazione del grado e del tipo di attivazione di ogni rete nelle circostanze sperimentate. Recentemente è cresciuta l’attenzione per gli stati transitori delle reti (TNS, da transient network states) che esprimono un correlato temporaneo di attività che rapidamente si estingue.

La DMN, rete cerebrale di grande scala individuata per attività altamente correlate fra loro, attiva non solo nel riposo, nel sogno a occhi aperti e nel vagare disimpegnato della mente, ma anche nel pensiero rivolto a sé stessi o agli altri, nella rievocazione del passato e nella programmazione del futuro. LA DMN cede il passo alle reti attentive ed esecutive quando c’è uno specifico compito o degli atti materiali da eseguire.

La SN, rete cerebrale di grande scala (tesa tra l’insula anteriore e la parte dorsale anteriore del giro del cingolo) implicata nel riconoscere, rilevare e filtrare gli stimoli salienti e nel reclutare i circuiti necessari ad elaborare specificamente quegli stimoli, risente per la sua attivazione del quadro mentale e funzionale dell’organismo di quel momento. Ad esempio: se si è digiuni da ore, la vista di un cibo appetitoso è saliente e attiva la SN; ma, dopo pranzo, la vista dello stesso cibo non attiva la SN. La rete della salienza si attiva quando appare, entra in una stanza o si avvicina una persona importante per l’osservatore; ma se la stessa persona permane a lungo con l’osservatore, la SN non si accende più. In molti studi è risultato evidente che la SN agisce come modulatrice dell’attivazione di DMN e CEN.

La CEN, corrispondente anatomicamente alla rete fronto-parietale laterale, è una rete cerebrale di grande scala implicata in attenzione, memoria di funzionamento (working memory) e, soprattutto, nei processi di soluzione dei problemi, anche complessi, oltre che nell’esecuzione di azioni.

Alterazioni dei nodi di questa rete esecutiva sono presenti nei principali disturbi psichiatrici, fra cui: disturbo schizofrenico e altre psicosi, demenza frontotemporale, malattia di Alzheimer e disturbi dello spettro dell’autismo.

I risultati ottenuti da Casey Paquola e colleghi hanno dimostrato che la DMN è citoarchitettonicamente eterogenea, in quanto contiene tipi citoarchitettonici che sono variabilmente specializzati per l’elaborazione unimodale, eteromodale e associata alla memoria. Studiando la connettività strutturale basata sulla diffusione in combinazione con la citoarchitettonica, i ricercatori hanno accertato che la DMN contiene regioni recettive all’input proveniente dalla corteccia sensoriale e un core che è relativamente isolato dall’input ambientale.

L’analisi del flusso di segnali mediante efficaci modelli di connettività ha dimostrato che la DMN è unica fra le reti corticali nell’equilibrare la sua segnalazione in uscita attraverso i livelli delle gerarchie sensoriali.

Nell’insieme, quanto emerso da questo studio stabilisce un rapporto tra l’organizzazione anatomica dei costituenti della rete e l’ampio spettro di ruoli attribuiti alla DMN nella fisiologia cerebrale, studiata mediante fMRI.

 

L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-08 febbraio 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.